Le storie al femminile, le donne e le loro esperienze, sono spesso assenti dalla comunicazione quotidiana. E quando presenti, sono in genere notizie legate alla violenza, immagini stereotipate e sovente negative, rafforzando una concezione infantile e superficiale della donna.

Se ti interessa questo tema e vuoi conoscere la storia di Daniela, dammi la mano e camminiamo insieme 🙂

Naturalmente, (non) vedersi rappresentata e il come si è rappresentata, influenza l’autostima, l’immaginazione e le possibilità di essere e di esprimersi delle ragazze e delle donne.

Avere voce, essere vista, essere riconosciuta, sono tre elementi fondamentali dell’autostima e della fiducia.

Ho deciso che, invece di discorrere teoricamente sul tema, sarebbe più bello raccontare una storia, dandoci a tutte la possibilità di rivederci, riconoscerci e di avere voce.

Perché la voce di Daniela è la nostra voce, una voce collettiva e femminile che racchiude tante voci individuali e diverse, unite attraverso le esperienze affini che il nostro corpo ci spinge a vivere.

Siamo la nostra storia e raccontarla ci permette di ri-elaborare momenti, emozioni ed esperienze. Attraverso questo racconto attribuiamo nuovi significati, scopriamo schemi che si ripetono (non solo nella nostra storia individuale ma anche familiare), riusciamo a perdonare(ci), ad amarci e a liberarci di costrizioni che ormai non ci appartengono. Ed ecco che lì smettiamo di essere prigioniere della nostra storia.

Farti conoscere la storia di Daniela è un modo per rendere visibili le donne-madri-casalinghe che, come lei, contribuiscono ogni giorno a portare avanti una società che fatica a vedere il loro valore, a onorarle e dare loro il riconoscimento, anche economico, che si meritano.

In una società capitalista, consumista, individualista, centrata sulla produttività ed emotivamente morta, è difficile vedere e, ancora di più riconoscere, il ruolo e l’importanza dell’amore, del nutrimento, dell’accoglienza, della gentilezza e della pulizia.

Non che le donne siano soltanto questo, tuttavia siamo ancora le custodi dell’amore, della cura, del nutrimento e del servizio all’altro.

In fatti, a un certo punto del suo racconto, Daniela dice di essere stanca della rutina e di dare sempre agli altri. Vorrebbe dedicarsi di più a se stessa.

Dare, curare e nutrire è stancante, e diventa fondamentale ricrearsi uno spazio di progettazione e di sogno individuale ove trovare nutrimento ed energia. Proprio come sta facendo Daniela attraverso i progetti collettivi nati all’interno dell’associazione che lei ha co-fondato!

Curiosa?

Vieni, dammi la mano e ti accompagno a conoscere la sua storia!

Daniela è una donna luminosa, generosa e dell’animo allegro, forte e fragile contemporaneamente. L’ho trovata che indossava un maglioncino color verde-campagna-in-primavera, che rispecchiava i suoi occhi verdi e sinceri. Non si aspettava che alla prima domanda si aprissi un mondo, il suo mondo.

E, a dire il vero, nemmeno io.

Ed è stato bello, emozionante, autentico.

Daniela è nata e cresciuta in un paese dell’entroterra Siciliano, vissuta tra le stradine di un centro storico allora vivace, figlia di una famiglia allargata. Dalla finestra di casa osservava il mondo, ancora timida per esprimere la gioia che la caratterizza, coccolata da una nonna, zia, mamma, che l’hanno lasciata abbastanza libera di farsi le sue esperienze.

Tra tutte, il legame più forte l’ha creato con la nonna, con cui ha condiviso le notti fino al giorno del suo matrimonio.

Durante gli anni della scuola elementare faceva il doposcuola con le suore, in un castello, il ché non può non aver segnato la sua anima di regina!

Negli anni delle medie, l’amicizia stretta con T. l’ha aiutata ad abbandonare quasi del tutto la timidezza, lasciando spazio alla gioia e all’anima allegra che la caratterizzano. L’amicizia vera ha il potere di far uscire il meglio dell’altra.

E poi il primo amore durato quattro anni, occasione di contrasti e opposizione familiare, che Daniela ha vissuto con determinazione, onorando la sua scelta. Gli anni che seguono alla chiusura di questo rapporto furono pieni di esperienze nuove: il servizio civile, l’iscrizione all’università e il ritorno in paese quasi subito, lavori diversi, amicizie, amore.

Il matrimonio ha segnato un’altra fase della sua vita, che si è svolta tra lavoro, la prima figlia, la creazione di un’azienda che ha in seguito lasciato, la seconda figlia e la scelta di dedicarsi alla famiglia.

Come dice Daniela “tengo le redini di questa famiglia, ma la sera mi sento stremata”, “il mio lavoro di madre-casalinga è come fare la salsa”. Per chi come me non conosce quest’esperienza, fare la salsa è un compito faticoso e stenuante, in una giornata estiva, passata tra i frutti profumati e i pentoloni enormi, a girare questa salsa rossa e bollente.

Tengo le redini di questa famiglia, ma la sera mi sento stremata!

Daniela

Quello che le manca, afferma, come ad altre donne nella sua situazione, è un suo spazio, magari nella forma di un lavoro fuori, un’attività in cui realizzarsi. E la sta cercando, attraverso la sua associazione, insieme ad altre donne, ma con la consapevolezza che la sua scelta l’ha dato l’opportunità irrepetibile di veder crescere le figlie.

Il benessere della sua famiglia e le amicizie sono ciò che da significato alla sua vita: “senza di questo non sarei quella che sono”.

E la vita la dedica alla famiglia, alle amicizie e alle figlie, le quali vuole far crescere con sani principi, anche se in un mondo così diverso dal suo. Vorrebbe tramandare il suo senso di gratitudine, di semplicità, di genuinità, preparando loro per la vita. E anche se a volte non si sente ascoltata, sa che tra una parola e un consiglio, e tramite le sue azioni e il suo modo di essere, qualche seme lo pianta.

Uno dei traguardi che ha raggiunto è essere la persona che è. Daniela si piace, sa di essere cresciuta con sani principi (lo si vede negli occhi!) e di essere forte, un contenitore di gioia per chi la circonda. È instancabile nel sostegno alle amiche, ritrovando sempre l’energia di stimolarle e sostenerle. Sa di poter affrontare le sfide in modo positivo e, con il cuore aperto e vulnerabile, si rivela fortissima e determinata a lasciarsi dietro un raggio di sole, e a prendere il meglio di ogni occasione, anche quella più difficile.

Daniela si rallegra di saper scegliere le persone giuste. Circondarsi dalle persone che ci fanno del bene è un pilastro della vita e del benessere. E mi sono sentita un po’ vanitosa che abbia scelto me per entrare a far parte del suo cerchio di amore e di gentilezza.

Il suo sogno è mantenere ciò che ha di bello, il che per lei significa “stare bene, essere felice, crescere bene le mie figlie”.

Il mio sogno è mantenere ciò che ho di bello, stare bene, essere felice, crescere bene le mie figlie.

Daniela

Grazie Daniela, sei un’ispirazione!

Exit mobile version
Exit mobile version