Vivere o progettare la vita è il tema di uno degli articoli che ho scritto lo scorso mese. Mi fa ridere pensarci perché in realtà mi rappresenta molto l’idea di progettare e poi cambiare progetto, allineandomi con la vita e con ciò che mi succede attorno. Perché te lo sto dicendo? Perché avevo pensato a tutto un altro tema per questo articolo, immaginavo di scrivere sulle relazioni familiari e la comunicazione, i copioni e i giochi relazionali. Poi mi sono ritrovata tra le mani uno dei miei libri di riferimento e non ho potuto fare a meno di usarlo come ispirazione per i prossimi articoli del blog. Ma che libro è? ….
Un libro che, come succede spesso con i grandi libri e con i grandi autori, è antico. Questo è stato scritto nel 1978, da Scott Peck, un psichiatra statunitense che ha pubblicato diversi libri importanti, tra cui questo: The Road Less Traveled (La strada meno battuta*) dove parla di temi fondamentali come l’amore, la disciplina, la spiritualità, la crescita personale e la psicoterapia.
Vorrei, nelle prossime settimane, e collegandomi al tema del mese “Relazioni e Famiglia”, raccontarti alcune delle idee principali di cui scrive Peck riguardo l’educazione e la crescita dei bambini. Penso che potrà interessarti soprattutto se sei madre, o se desideri esserlo, ma anche per te che non lo sei potrebbe essere utile imparare cose che, in realtà, ti serviranno per migliorare i tuoi rapporti personali e la tua vita.
Pronta??!
Bene, questa settimana ti racconterò degli strumenti per la risoluzione dei problemi che puoi insegnare a tua(o) figlia(o), aiutandola nella sua crescita e preparandola per la vita.
Partiamo da tre presupposti di base:
- La vita ci presenta regolarmente dei problemi o situazioni che dobbiamo risolvere.
- Questi problemi e situazioni creano sofferenza (rabbia, frustrazione, tristezza, ansietà, ecc.), che preferiremo evitare, ma che soltanto risolvendo i problemi se ne può andare.
- È attraverso la risoluzione di questi problemi, e dell’accettazione del dolore da essi causato, che cresciamo e ci miglioriamo. Al contrario, negare i problemi e non affrontarli porta alla stagnazione e, in casi estremi, al restringimento dell’anima.
Dunque, è uno dei compiti dei genitori, tra i più importanti direi, insegnare i figli a risolvere i problemi della vita.
Come?
Come ben sai, i piccoli sono molto sensibili ai modelli comportamentali degli adulti e ai loro segni non-verbali, imparando soprattutto dall’osservazione. In tenera età tu, tuo compagno(a) e altre persone significative, siete i modelli principali, fino all’adolescenza, quando subentrano gli amici e i genitori diventano piuttosto un modello da cui dissociarsi.
Così, direi che gli strumenti di cui parlo in seguito riguardano soprattutto te (d’ora in poi leggasi pure genitori e altre persone significative), anche se in ultima analisi potrai insegnarli anche se non sei un modello perfetto, nessuna lo è comunque 🙂
Quali sono gli strumenti per la risoluzione dei problemi di cui parla Scott Peck?
Gli strumenti sono quattro e lui li raggruppa all’interno della “cassetta degli attrezzi” che ha chiamato “disciplina”:
- Posporre la gratificazione
- Accettare la responsabilità
- Dedizione alla verità
- Equilibrio
Posporre la gratificazione “è un processo di programmazione del dolore e del piacere della vita, in modo da aumentare il piacere vivendo per prima il dolore”.
La trovo una definizione spaziale, e soprattutto molto utile alla comprensione del ruolo di questo strumento nella risoluzione di problemi.
Perché è importante imparare a posporre la gratificazione?
- Il primo motivo è quello già presentato, che si collega alla capacità di risolvere problemi e di avanzare nella propria vita e crescita personale.
- In più, ci sono tanti altri aspetti della vita che richiedono questa capacità: fare i compiti prima di giocare, non mancare a lezione e dunque istruirsi, saper prendere decisioni ponderate, imparare cose nuove e difficili, saper aspettare una cosa importante dedicandosi alla sua realizzazione e superando ostacoli e difficoltà, ecc.
- Non saper farlo porta più facilmente a problemi di impulsività, dipendenze, incapacità di portare avanti progetti e desideri e, nel limite, l’impossibilità di costruirsi una vita come si vuole.
Immagina che sei al lavoro e hai due compiti da realizzare, uno che ti piace un sacco e l’altro che ti annoia profondamente e dal quale non impari ormai niente di nuovo. Quale compito fai per primo?
Se hai la tendenza a posporre la gratificazione farai subito ciò che non ti piace, nel più breve tempo possibile -dunque soffrendo prima la noia- per dedicarti in seguito al compito che ti piace e ti motiva -esperimentando il piacere senza dover pensare più al compito che ti annoia. Lo stesso lo puoi applicare ad altre situazioni, anche all’educazione dei tuoi bimbi. Vediamo…
Se fai fatica a vivere e ad accettare la sofferenza (incertezza, rabbia, frustrazione, tristezza, ansietà, ecc.) causata dai problemi legati alla crescita di un(a) bimbo(a) o alla vita in genere, allora il meccanismo per la riduzione del dolore è prendere decisioni immediate, e spesso poco adeguate alla situazione, ma che portano via il dolore dandoti una sensazione di controllo e di aver risolto qualcosa: gratificazione immediata.
Se invece riesci a vivere il dolore, lo accetti come parte della vita, saprai aspettare il tempo necessario, valutando la soluzione più appropriata e mettendola in atto in seguito.
Se hai notato, ho evidenziato sopra la parola tempo. Il tempo è un fattore chiave nell’educazione e nell’applicazione della disciplina. Dedicare del tempo a comprendere una situazione, tua figlia(o); dedicare del temp a cercare la soluzione giusta o la migliore tra varie.
Tempo = Amore
Quando ami qualcuno o qualcosa dedichi del tempo a questa persona, a quest’attività, a te stessa. Più tempo dedichi a un bambino più si sentirà amato, più si sentirà valorizzato. Il che non vuol dire che non devi fare nient’altro, ma soltanto che il tempo che dedichi deve essere abbastanza, e soprattutto devi essere presente in quel momento, presente con il tuo bimbo(a). Magari non sei il modello ideale, o non lo sei sempre, ma sono certa che se ami, i tuoi gesti, le tue azioni, le tue scelte, saranno guidati da questa forza che ti spinge. Amare, nella pratica, significa dedicare tempo, attenzione, fare sacrifici, impegnarsi, tra tante altre cose.
Magari non sei il modello ideale, o non lo sei sempre, ma sono certa che se ami, i tuoi gesti, le tue azioni, le tue scelte, saranno guidati da questa forza che ti spinge. Amare, nella pratica, significa dedicare tempo, attenzione, fare sacrifici, impegnarsi, tra tante altre cose.
Breve riassunto:
- Per insegnare alla tua bimba(o) a posporre la gratificazione devi fungere da modello, applicando nella tua/vostra vita la capacità di accogliere il dolore causato dai problemi.
- Il dolore arriva nella forma di sentimenti ed emozioni difficili e che preferiamo non esperimentare: rabbia, tristezza, frustrazione, incertezza, ecc.
- Dedicando tempo ai problemi è possibile trovare una buona soluzione. E, se non la trovi, comunque dimostri amore, perché come abbiamo visto tempo = amore. Questo accrescerà l’autostima e il senso di essere importante del bimbo(a).
- Ricorda pure che la costanza nell’applicazione della disciplina è importante, se oggi applichi una regola e domani un’altra, se oggi sei presente ma il 80% delle volte non lo sei e fai ciò che ti viene “imposto” da tuo figlio(a) allora non lo stai aiutando, stai soltanto risparmiando tempo ed energia che non hai voglia di dedicargli.
To be continued…
* L’edizione del libro cui faccio riferimento è una versione in Portoghese non ritrovabile in Italia: O caminho menos percorrido (8° edizione, Sinais de Fogo)
La settimana prossima continuerò la serie di articoli dedicati all’educazione e alla disciplina, nonché all’amore come la forza di volontà che spinge la crescita spirituale e umana.