L’ultimo post del mese di febbraio, il secondo mese dell’anno che ho scelto di dedicare alla sfera della Spiritualità e la Crescita Personale, ha come tema l’accettazione. L’accettazione è un compitovitale molto importante nella vita di una donna; concepisco l’accettazione come parte di una spiritualità rivolta alla crescita interiore e al raggiungimento di nuovi traguardi di saggezza e complessità interiore.
Funny enough, in questo momento, ti scrivo da un luogo interiore, mio, dove l’accettazione sarebbe utile, accettazione e pazienza! Sono settimane che scorrono con tante cose che si sviluppano pian piano; dal punto di vista lavorativo e amministrativo ci sono parecchie cose che ho tra le mani che sono in stand-by, e questo mi lascia davvero frustrata e a volte nervosa o arrabbiata. Come vorrei che tutto scorresse liscio e veloce, se soltanto qualcuna di queste cose fosse sotto il mio controllo… E invece non, invece bisogna accettare che le cose stano così, e che quello che potevo fare l’ho fatto, adesso bisogna aspettare.
E sì, accettare – essere paziente – aspettare – lasciare scorrere, quattro parole chiave quando ci si trova davanti situazioni che sono fuori il nostro controllo, o situazioni ed emozioni difficili che preferiremmo non vivere ne sentire. In realtà la situazione che ti descrivevo è, nella scala dell’accettazione, tra le più semplici. Lavoro è lavoro, non è mica una questione di vita o di morte, e le questioni amministrative pure. Stancano, vorremmo risolverle, ma alla fin fine, ridimensionando le cose, capiamo che ci sono cose più importanti.
La parte difficile del lavoro dell’accettazione è quando la vita tocca le parti profonde di te, quando la vita ti offre una sfida che è anche un’opportunità per crescere. Ma questo non sempre è facile di accettare, al primo impatto pare che la vita ce l’abbia con te, pare che tutto capiti a te, quanti ostacoli e ancora questo, ancora il tuo compagno che ti lascia, o la mano dolce della morte che porta via un’amica cara, o quel lavoro tanto desiderato che non hai avuto, o la tristezza che non ti lascia respirar, in somma, tante cose difficili da gestire, difficili da vivere, che vorresti che non fossero così…
La strada dell’accettazione è un percorso, non una metta, e inizia da qui, dalla non-accettazione, dalla rabbia, dalla voglia di rompere tutto, di essere più grande della vita. Lo so che è difficile, ognuna a modo suo, tutte abbiamo passato momenti così, ma bisogna invece che ti alzi dalla pietra dove sei seduta a piangere, all’inizio del cammino, e ti metti per strada. Manu manuzza, come si dice qui al sud, lascia che ti accompagni in questa giornata di accettazione.
Accettare significa accogliere, prendere qualcosa come parte di te. Dopo i primi momenti, settimane, mesi, anni (?) di non-accettazione questo è il primo passo da compiere: accogliere questa situazione o emozione come parte di te e della tua vita. Accogliere è un atto di saggezza, nel senso di imparare che nella vita ci sono cose che non puoi controllare, che non sono nelle tue mani, e che ti tocca invece imparare a gestire, darle un significato, rendendoti più forte.
Smettere di lottare e di desiderare che così non fosse, cacciare via pensieri negativi e auto-lesionanti, ritrovare nuovi mantra e formule magiche, sono alcune delle cose che puoi fare per iniziare il processo di accoglienza. Quando la tua energia non è più concentrata a lottare, a negare, e a creare altri sentimenti negativi, allora la puoi mettere al servizio dell’accoglienza e della ricerca di prospettive alternative e di nuovi modi di agire.
A volte, la non-accettazione nasce dalla paura, dal non sentirti all’altezza, pensare che non hai la forza o le capacità per superare una cosa. Può essere come può non essere così ma, di fatto, la pratica del coraggio di vivere è l’unica forma di saperlo, ed è l’unica forma per imparare ciò che ancora non sai.
Dunque se la paura di non farcela ti sta “distruggendo” ti invito a creare per te una nuova storia, una nuova visione di te stessa, una nuova missione nella vita. Piuttosto che dirti “non sono capace, è troppo difficile, da sola non ce la posso fare, poverina me”, il tuo nuovo dialogo interiore più umano e gentile può essere qualcosa come “sono in gamba, ho tante qualità e capacità, anche dei difetti, come tutti gli essere umani, sarà difficile ma non sono sola, ce la posso fare se mi do il tempo, sono fortunata e mi sento grata per ciò che la vita mi regala”. Difficile, ma non impossibile.
Parliamo adesso di un altro passo importante nella strada dell’accettazione, parliamo di tempo, di pazienza, di saper aspettare. Una persona molto importante per me vive in questo momento una situazione difficile che sta imparando ad accettare. Al momento convive con il senso di colpa, con la rabbia, con le sue “cose vecchie” che ritornano e che lei non ha ancora imparato a perdonare e ad accettare completamente, e vive una grande tristezza, che pervade un po’ tutti gli angoli della sua vita. Dopo neanche due mesi mi disse “non riesco a superare questo, la mia vita è molto difficile, non sono più la stessa”. Ragazze, neanche due mesi è così POCO!
Nella scala della creazione dell’Universo è una “micro-microx1.000.000 mollica di tempo”! Non si può aspettare di se stessa oltrepassare una situazione difficile e ripristinare il vecchio modo come se niente fosse in “neanche due mesi”!!!
Il tempo cura tutto dice la saggezza popolare, o al meno in Portogallo, da dove vengo, dice così 🙂 Ed è vero, bisogna dare il tempo, le ferire necessitano il tempo e le condizioni giuste per guarire. Accogliere e poi dare tempo, sono due cose molto importanti nel percorso di accettazione. Saper vivere la tristezza, i sentimenti meno piacevoli, è una parte fondamentale della vita, quella parte che bisogna accogliere per crescere e creare forza interiore. Certo, se arriva la depressione allora è un’altra storia, bisogna cercare aiuto professionale; altrimenti, ci sta pure il momento di fragilità, di tristezza, di voglia di casa, di raccogliere i pezzi frantumati e, come i Giapponesi, incollarli con colla d’oro per rendere quel momento prezioso, pieno di significato, potente.
Non c’è un periodo di tempo preciso per questa guarigione, dipende dalla persona, dalla situazione, dalla profondità e temporaneità della ferita. La cosa importante è rammentarti che hai bisogno di tempo; non correre, non metterti altri pesi sulle spalle, del tipo “avrei dovuto superare, ma non l’ho fatto, c’è qualcosa di sbagliato in me”. Non è così.
A questo punto potresti forse pensare che accettare significa essere passiva, ma è tutto il contrario. La strada dell’accettazione è un percorso attivo in tutti i sensi, interiore ed esteriore. Tutte le cose che ci siamo dette nelle precedenti righe richiedono una grande attività interna, dal punto di vista emotivo e cognitivo, e passi esterni concreti, in cui ti avvii verso un nuovo stato dell’essere e del relazionarti con gli altri e con il mondo.
Cosa mi aspetta alla fine della strada dell’accettazione? Secondo te?
Secondo me, ti aspetta un nuovo traguardo interiore, la riscoperta della gioia di vivere, la capacità di attribuire un significato alle difficoltà della vita, più forza interiore per vivere, un maggior senso di preparazione per affrontare gli imprevisti della vita. A volte, ti può attendere pure una ferita che sarà sempre presente, ma che riesci ad accogliere come parte di te e della tua vita, senza per quello sentirti una vittima, o meglio degli altri. Qualcosa tua, bella e difficile, ma comunque qualcosa che ti rammenta che sei viva, e soprattutto che sei presente nella tua vita, con tutto ciò che ha ancora da offrirti.