Lo sapevi che l’autostima non è una caratteristica stabile e soffre alti e bassi lungo il ciclo di vita della donna? In quest’articolo raccolgo i fattori più importanti che influenzano l’autostima in ogni fase della vita e ti offro uno strumento per misurare il livello della tua autostima.
L’autostima non è una caratteristica stabile che, una volta acquisita, rimane per sempre uguale. Invece, l’autostima è un dono che dobbiamo conquistare e che può cambiare lungo il ciclo di vita, aumentando o diminuendo d’accordo con gli avvenimenti esterni e interni.
L’influenza culturale e sociale fa si che, per le donne, questi avvenimenti siano molto legati ai cambiamenti corporali e all’apparenza fisica, alla difficoltà a trovare un partner, alla vita sessuale, e a diversi altri aspetti determinati dal ruolo di genere tradizionalmente attribuito alla donna.
Più in generale, si collega a situazioni comuni a tutte le persone come, ad esempio, non trovare o perdere un lavoro, non riuscire a superare un traguardo considerato importante, non avere un gruppo di appartenenza dove sentirsi accettata, il pensionamento e la mancanza di un’attività socialmente utile, tra altre cose.
Oggi parliamo di alcuni dei fattori determinati culturalmente.
Cambiamenti corporali e apparenza fisica.
L’adolescenza, il post-parto e l’invecchiamento sono le tre fasi in cui l’autostima di una donna è più vulnerabile. In tutti tre i casi ci sono forti cambiamenti del corpo che, nel nostro contesto socio-culturale, possono causare l’abbassamento dell’autostima.
Le adolescenti che non sviluppano gli attributi della “donna bella” sono più suscettibili ad avere un livello di autostima basso. Questo si deve innanzitutto all’effetto dei media – non rivedersi nelle immagini dei media e sentirsi inadeguata fisicamente – e alle interazioni in famiglia o a scuola, attraverso le quali le ragazze sono socializzate nel loro ruolo e attributi di genere.
Dopo il periodo della gravidanza, durante il quale il corpo gonfio è sinonimo di prosperità e bellezza, la donna si ritrova dopo il parto con un corpo diverso, a volte per un periodo lungo, a volte per sempre. Questo “corpo di madre” non è socialmente attraente e per il partner può diventare, addirittura, poco seducente dal punto di vista sessuale. La donna che vive tutti questi rimandi può fare fatica a mantenere la propria autostima al livello di prima.
L’invecchiamento è, per la donna, un periodo chiave. Per qualcuna è la via della liberazione, un momento in cui si sente finalmente fiduciosa per intraprendere strade molto personali e gratificanti. Per altre, invece, la decadenza della bellezza fisica, la menopausa (associata alla fine del periodo fertile) e la mancanza di interesse dalla parte del sesso opposto, può causare una diminuzione dell’autostima (soprattutto nei casi in cui la bellezza fisica è stata di grande importanza nella costruzione dell’immagine di sé e dell’autostima).
Difficoltà a trovare un partner.
Ancora frutto dei condizionamenti culturali, più per la donna che per l’uomo, non avere o non trovare un partner è spesso motivo di un abbassamento dell’autostima. Basta pensare alla connotazione negativa associata alla parola “zitella”, di cui non esiste nemmeno la versione maschile…!
Specie dopo tante relazioni non riuscite, o se non ha mai avuto una relazione di un certo tipo (media-lunga durata, convivenza, matrimonio), la donna si chiede se c’è qualcosa di sbagliato in lei.
Anche se la domanda è lecita, poiché siamo in costante evoluzione, la risposta spesso non è appropriata ne realistica. Spesso le donne se la prendono con se stesse, sentendosi non all’altezza, non abbastanza, non belle. Sentono che manca loro qualcosa che allontana l’amore (di un uomo) e l’autostima si rissente.
Così, molte donne di grande forza, caratterialmente diverse della donna tradizionale, e con esperienze di vita e professionali invidiabili, si trovano oggi a fare i conti con il fatto di essere considerate difficili, poco attraenti, pericolose, e di creare sentimenti di insicurezza negli uomini.
Purtroppo, i forti cambiamenti socio-culturali frutto del movimento femminista, non hanno avuto lo stesso impatto sugli uomini, sulla definizione di mascolinità, sulle regole che governano una relazione a due e, in generale, sui ruoli di genere, che rimangono molto stereotipati e limitanti.
Il ruolo di genere tradizionalmente attribuito alla donna.
In Italia i ruoli di genere sono ancora molto tradizionali. Dalla donna si aspetta che sia bella e curi la propria apparenza fisica, che sia compiacente, che diventi madre e che lasci pure il lavoro per badare ai figli, che non trovi tanta soddisfazione nel lavoro come nella vita di casa, tra altre cose.
E anche se ci sono tante donne che non si rivedono più in questi ruoli stereotipati, è difficile scappare all’influenza che gli archetipi* e le aspettative sociali, culturali e familiari hanno su di noi.
La donna che sceglie di restare single, la donna che dice no alla maternità o non può diventare madre, la donna che oltre i figli ama il proprio lavoro e vuole essere più indipendente, la donna che non è una brava casalinga o cuoca, la donna che si sente più maschile o che non vuole corrispondere agli standard di bellezza, sono esempi di situazioni che possono creare conflitti interiori e influenzare negativamente l’autostima.
In questi casi, l’autostima soffre perché non c’è corrispondenza tra la persona e gli stereotipi e il ruolo di genere. Considerato il peso che questi hanno nella vita di ogni persona, per l’accettazione e il riconoscimento sociale, per l’accesso alle stesse opportunità, e tanto altro, è naturale che si generi un sentimenti di dubbio interiore, ci si questione sulle proprie scelte e modo di essere o, addirittura, si cerchi di corrispondere alle richieste che arrivano da fuori cambiando se stessa.
È chiaro che avere un’autostima sempre al 100% in ogni momento della vita è difficile, ma sviluppando le capacità e atteggiamenti rilevanti è possibile mantenerla stabile e, soprattutto, imparare a gestire gli avvenimenti che hanno un impatto negativo sull’autostima.
Per aiutarti a fare una prima valutazione del tuo livello di autostima, ho elencato alcuni comportamenti e atteggiamenti segno di un’autostima media/bassa e il loro riflesso sulla sfera relazionale e lavorativa. Per accedere allo strumento segui questo link per iscriverti alla newsletter di 100% Me Stessa.
Se vuoi aumentare o rafforzare la tua autostima 100% Me Stessa ti offre varie possibilità, gratuite e a pagamento, che puoi sfruttare. Se invece vorresti un sostegno più personalizzato, contattami e ne parliamo con tranquillità. Vedrai che tutto ha una soluzione 🙂
Ti abbraccio, Ana**
* Un archetipo è un modello di comportamento contenuto nell’inconscio collettivo. L’inconscio collettivo è la parte di inconscio universale, con contenuti e modalità di comportamento che sono più o meno gli stessi ovunque e in ciascuno.